domenica 15 aprile 2007

Il centro: dov'è?

La geografia parlamentare trae origine dalla distinzione che alla Camera dei Comuni britannica distingue gli schieramenti a seconda della collocazione delle forze politiche. L'aula però della Camera ha solo due file contrapposte per cui le collocazioni sono solo due: sinistra e destra. La destra è costituita da quanti appoggiano il governo, la sinistra dall'opposizione. In base all'alternanza ogni raggruppamento politico può sperare di diventare di destra.
In Italia le aule parlamentari sono costituite di emicicli, per cui, dopo la caduta del fascismo le distinzioni furono tre. A sinistra si insediarono saldamente i comunisti, che contestarono ai socialisti la stessa collocazione quando si rivelarono poco acquiescenti all'Unione Sovietica. Da qui il primo equivoco: per difendere i lavoratori bisognava stare dalla parte dell'URSS.
A destra si dichiararono schierati i nostalgici dei passati regimi: il MSI per il fascismo e i partiti monarchici per i Savoia.
La D.C., che è stata sempre al governo, in quanto partito di governo si è insediata al centro, identificando questa collocazione con quella di chi stabilmente governa e si avvale, secondo occorrenza e comodità, di questa o di quella forza politica, senza però modificare la sua posizione.
Questa scelta è espressa con la teoria andreottiana dei due forni, che poi sono di più, perchè accanto alle coalizioni di governo, vi era la coalizione fissa di sottogoverno: democrazia cristiana e partito comunista.
Modificato il sistema elettorale e introdotto così il bipolarismo, le forze politiche, pur nell'impeto di riprodursi, si sono agglomerate in due le coalizioni ed entrambe si sono proposte come centro, una centrosinistra, l'altra centrodestra, ci0è come coalizioni nate per prendere il governo, il che significa alleanze di destra.
L'aspirazione ad assumere stabilmente il ruolo di partito di governo, cioè di destra, si esprime nella proposta politica di ricostituire il grande centro, cioè la destra governativa democristiana. Il che è certamente desiderio dil ritorno al passato.
La politica italiana è invischiata nella nostalgia: il ritorno ai governi della democrazia cristiana, la rifondazione del partito comunista, il compromesso storico e quant'altro è rimasto nella memoria dei portaborse degli uomini politici che c'erano. Da questo punto di vista il massimo del ridicolo lo ha realizzato l'on. Buttiglione, il quale al congresso dell'UDC, curvo sul microfono, ha dichiarato che Berlusconi deve rendersi conto che rappresenta il passato. Come dire: il bue disse cornuto all'asino.

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